Dal Libro del nostro Paese:
«Lunedì, alle ore tre, eravamo a Muralto per vedere le vecchie case di pescatori. Ne osservammo attentamente una. Un tempo però quella era una casa signorile. Apparteneva ai signori Magoria. Ha ancora un piccolo cortile con un pozzo; ha quattro balconi di legno, ove i vecchi pescatori stendevano le reti ad asciugare. Ci sono anche delle scale ripide. Le finestre sono piccole. La casa è molto alta. La donna che vi abita disse: “per abbattere un pezzo di muro, alcuni giorni fa, tre operai impiegarono due giorni e mezzo”. Il s. M. rispose: “sembrano le mura di un castello”.
Davanti alla casa, alcuni anni or sono, non c'erano i giardini pubblici dove passeggiano ora le signore, ma c'era una “scarpata” rivestita di un acciottolato, dove le donne stavano ad aggiustar le reti. Quelle donne portavano un cappellone di paglia in testa. Stavano anche su quella “scarpata” a filar la canapa per ottenere il filo usato per fare le reti. Altre appendevano sulle piante, che allora erano numerose, le reti per asciugarle o per aggiustarle.
Tra le case c'erano poi dei fornelli ove si facevano bollire in molt'acqua i gusci delle castagne. Entro quest'acqua si mettevano le nuove reti che prendevano un bel colore caffè e diventavano più resistenti.
Qua e là si vedeva allora qualche uomo che dormiva. Povero pescatore! Sicuramente aveva dovuto star sul lago tutta la notte. Sulla riva si cullavano poi le barche, alcune ancora a due punte. Attorno si vedevano sugheri, legni e lanterne.
Le barche erano riparate dal porto che si vede ancora in parte. Noi vedemmo altre case di pescatori, con le finestre piccole, col cortiletto e il locale ove si mettono gli attrezzi. Ne vedemmo solamente due o tre, perchè le altre furono tutte distrutte per lasciare il posto agli alberghi e ai ristoranti che ora si contano numerosi. Anche la “scarpata” non c'è più. Al suo posto vi sono i giardini pubblici.
Quella donna che abitava nella casa dei Magoria ci disse: "Ormai non ci sono più nè porti, nè botteghe di pescivendoli, nè riva, nè pescatori. E ricordò i suoi poveri fratelli morti che fecero per tutta la vita il pescatore. Anche alla Puncia numerose erano un tempo le case dei pescatori.
I Minusiesi, abitanti a Rivapiana, non si dedicarono nel passato come i Muraltesi alla pesca. Furono, invece, bravi contadini. Lavoravano la terra a nord della frazione di Rivapiana e le terre sul Piano di Magadino. Tenevano anch'essi la barca; ma questa serviva loro per portare i prodotti agricoli dal Piano a casa. Anche le case di Rivapiana non sono uguali a quelle di Muralto: hanno la stalla vicina, il cortile pieno di attrezzi agricoli, belle logge ove si metteva il granoturco, l'aglio, la segale a essiccare.
A Rivapiana la riva ha ancora l'aspetto che aveva molti anni fa» P.V..
Fonte: Anastasi, 1926