La peschiera è formata di una lunga diga costruita con forti pali intramezzati di fascine e della peschiera propriamente detta, specie di conca perforata, ove convergono le anguille che provengono dal lago. Ad una estremità, in aperture apporite esistenti sul fondo e che si possono variare di posto a seconda dell’altezza dell’acqua, vengono collocate delle reti a sacco, chiamate volgarmente guade. Le anguille vanno a finire nelle reti e da queste i pescatori le levano subito affinchè la corrente troppo forte non le uccida.
Le due peschiere della Madonna del Piano distano di un Km. Circa l’una dall’altra. L’esercizio di questo sistema di pesca data da quattro secoli e più ed è sempre stato rimunerativo. La pesca delle anguille si fa di notte; di queste, le più oscure e burrascose sono le più propizie. La rendita varia da anno ad anno, da stagione a stagione: da un minimo di pochi Kg. Per notte si è arrivati, specialmente in autunno, al quintale e più. Famosa è la pesca fatta pochi anni fa dal noto Luigione, il quale, in cinque notti, riuscì a catturare nientemeno che 7 quintali di anguille.
La peschiera maggiore appartiene ai signori De Stoppani, Bella, Azzi e C., i quali l’affittano a pescatori professionisti. Vicino alla peschiera è stata costruita una casupola ove si ricoverano i pescatori, i curiosi che vogliono assistere alla presa e gli amatori che vogliono gustare sul posto lo squisitissimo pesce.
Guida storico descrittiva del Malcantone e della bassa valle del Vedeggio, 1911