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Martedì inizia la pesca sui laghetti

Il 1. giugno prenderà il via la stagione di pesca nei bacini naturali e artificiali al di sopra dei 1.200 metri di altitudine - Rispetto all'anno scorso, le condizioni meteorologiche e topografiche sembrano meno proibitive.
Eccoci ad una nuova stagione di pesca sui laghetti alpini. Infatti, martedì 1° giugno incomincia la pesca nei bacini naturali ed artificiali di alta montagna, sopra i 1.200 metri di altitudine. È una data vissuta intensamente e dalle forti emozioni da un gran numero di appassionati della lenza, perché lo scenario è impareggiabile dal profilo paesaggistico e naturalistico, ma anche poiché - almeno nei primi giorni - taluni di questi laghi possono riservare piacevolissime sorprese per quanto attiene le catture.
 
Stavolta, tuttavia, occorre fare i conti con alcune importanti incognite. Intanto, va ricordato che l'anno passato - in occasione del 1° giugno - il lungo e nevoso inverno, dopo aver «rovinato» l'apertura di marzo sui fiumi a causa della presenza ingombrante e rischiosa di una spessa coltre di neve sugli argini, ha impedito di fatto l'accesso alla maggior parte dei laghetti d'alta quota, sicché parecchi punti-chiave sono risultati impraticabili essendo molto innevati, oppure perché si presentavano ancora in gran parte o totalmente ghiacciati.
 
E stavolta? Va detto che la stagione bianca è risultata particolarmente lunga e con frequenti oltre che abbondanti nevicate, persino nei tempi più recenti, per cui ad esempio la zona del San Gottardo appare esclusa all'esercizio della pesca, in quanto i vari laghetti sono ricoperti da neve e ghiaccio. Va però precisato che i 4-5 giorni recentissimi con temperatura piuttosto elevata (attorno ai 28 gradi) hanno avuto un immediato e positivo influsso, determinando almeno in parte lo scongelamento e, dunque, la praticabilità della pesca. Ciò vale, in particolare, per il lago Ritom, che probabilmente costituisce il richiamo più frequentato da un'autentica marea di pescatori dilettanti nel primo contatto con le acque di montagna. Dunque, condizioni decisamente meno severe rispetto all'apertura del 2009, e ciò dovrebbe valere (almeno in parte) anche per Cadagno e Tremorgio, anche se nelle rispettive zone circostanti è tuttora consistente la presenza di neve e di lastroni di ghiaccio, per cui si richiede almeno grande prudenza dal profilo della sicurezza. A riprova che le condizioni meteorologiche e topografiche sono meno proibitive del 2009, si può anche rilevare che nella zona del Maloja (altra regione molto «battuta» dai ticinesi) si sono sì avute giornate di grande freddo, tuttavia i laghetti risultavano già sgombri del ghiaccio all'inizio di maggio, con qualche settimana di anticipo rispetto ad altre annate. Questi «colpi di calore» - nonostante in alta quota le temperature si mantengano piuttosto rigide e con una spessa coltre di neve anche a maggio, per cui è impensabile spingersi sino ai laghetti sui 1.800-1.900 metri - hanno dunque «squarciato» il pelo d'acqua. Con la conseguenza che i pesci, decisamente affamati a causa dei lunghi e rigidi mesi invernali, rappresentano - almeno nei primi giorni - una ghiotta occasione per i lenzisti, per cui dal punto di vista della redditività questo inizio di giugno potrebbe riservare importanti, significative soddisfazioni.
 
In Valmaggia, altra regione di grande attrazione per quanto riguarda i laghetti alpini, nella zona di Robiei-Naret vi sarà certamente un consistente assembramento di patiti della pesca d'altura, anche se raggiungere queste località richiede una faticaccia a suon di ore di sgambate, considerando che la funivia di Robiei apre soltanto a partire dal 12 giugno. Pertanto, chi va al Naret può servirsi almeno per un buon tratto della vettura e poi occorre proseguire a piedi, mentre chi sale a Robiei deve lasciare il veicolo a San Carlo e quindi affrontare una camminata di diverse ore, con qualche pericolo a causa del fondo nevoso: insomma, ci vuole un certo coraggio per affrontare «ascensioni» di questa natura. Ma le sorprese, dal profilo del carniere, non dovrebbero mancare. C'è da scommettere che molti sceglieranno invece il Sambuco, metà meno proibitiva anche perché ci si arriva in auto, mentre il laghetto del Crosa sembra parzialmente gelato.
 
Raimondo Locatelli, CdT, 29.05.2010

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